Ferrante e l’Upt cacciatori di poltrone

di Paolo Mondini, circolo Pd – Ala, 27 maggio 2010

Il signor Ferrante, responsabile dell’Upt per gli enti locali, sull’Adige dà una sua tutta personale lettura dei rapporti Upt-Pd ad Ala, tutta personale e del tutto falsata. Il Pd ad Ala ha proposto fin da dicembre a Upt e Patt l’alleanza provinciale. Si è trovato di fronte ad attendismi e rinvii fino a quando, si era a febbraio, si è sentito dire dai rappresentanti dell’Upt locale che, nonostante si condividessero l’analisi sulla situazione alense e le ipotesi di programma formulate, c’erano «sensibilità» che non consentivano l’accordo. In sostanza per Upt e Patt il Pd era inaffidabile per il governo della città. Il Pd è andato avanti con il suo progetto, lo ha confrontato e condiviso con i cittadini in una lunga serie di incontri pubblici. E alla fine ha anche scelto, sulla base di una concreta consonanza di idee e programmi, l’alleanza con la lista dei giovani della Bussola. E ha anche accettato il candidato da loro proposto, Luigino Peroni. Ha scelto quindi di privilegiare il progetto rispetto alle persone e ha rinunciato a un candidato di bandiera, (anche su questo quindi Ferrante dice una gran sciocchezza), e comunque dichiarandosi ancora disponibile all’allargamento della coalizione ai partiti del quadro provinciale. Nei successivi abboccamenti l’Upt ha semplicemente posto una pregiudiziale sui nomi di candidato sindaco che lui stesso proponeva; di più, pur dichiarando «piena condivisione» alle linee programmatiche oggetto dell’accordo Pd-Bussola, ha rifiutato un confronto sereno tra le possibili candidature, Peroni, ovviamente, compreso. Che i dirigenti dell’Upt locale, ma probabilmente soprattutto il loro potente referente provinciale, e con loro anche gli amici del Patt, abbiano posto la questione in termini puramente personalistici e di potere è quindi del tutto evidente. Se ci fosse stato bisogno di un’ulteriore plateale conferma dello stile e dello spirito che ha guidato le scelte di Upt e Patt, questa è arrivata di lì a poco con l’alleanza, a dir poco anomala, con il Pdl, ancorché mascherato da civica e arriva adesso, per il ballottaggio, con l’ammucchiata strumentale con altre due civiche. La verità, i fatti sono questi, signor Ferrante. E forse c’è solo da meditare sui «valori» che hanno ispirato questi comportamenti. Cosa che sembrano aver fatto gli elettori il 16 maggio. E che crediamo faranno domenica prossima, avendo dimostrato di aver capito da che parte sta la disponibilità a lavorare per la comunità, in trasparenza e senza dipendere da potentati o padrini, e da che parte sta invece la voglia di occupare seggiole, a qualunque costo e indipendentemente da progetti, programmi, contenuti e metodi.

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