Consiglio Provinciale – seduta dei gg 22-23-24 marzo

Il Consiglio Provinciale è stato convocato per  i giorni 22, 23 e 24 marzo prossimi con il seguente ordine del giorno:

1.   interrogazioni a risposta immediata (n. 2633/XIV, n. 2639/XIV, n. 2640/XIV, n. 2641/XIV, n. 2653/XIV, n. 2654/XIV, n. 2655/XIV, n. 2656/XIV, n. 2657/XIV, n. 2658/XIV, n. 2659/XIV, n. 2660/XIV, n. 2661/XIV, n. 2662/XIV, n. 2663/XIV, n. 2664/XIV, n. 2665/XIV, n. 2666/XIV, n. 2667/XIV, n. 2668/XIV, n. 2669/XIV e n. 2670/XIV);
2.   disegno di legge n. 125/XIV, “Attività della Provincia nell’ambito dell’Unione europea: rapporti interregionali e cooperazione territoriale”, proponenti: cons. Luigi Chiocchetti, cons. Pino Morandini, cons. Mario Casna, cons. Roberto Bombarda, cons. Margherita Cogo, cons. Michele Dallapiccola, cons. Bruno Firmani, cons. Nerio Giovanazzi, cons. Mario Magnani, cons. Salvatore Panetta e cons. Marco Sembenotti;
3.   disegno di legge n. 91/XIV, “Disposizioni per la promozione e diffusione dell’amministrazione di sostegno a tutela delle persone fragili”, proponenti: cons. Mattia Civico, cons. Bruno Dorigatti, cons. Michele Nardelli, cons. Margherita Cogo, cons. Sara Ferrari, cons. Giovanni Kessler e cons. Luca Zeni;
4.   interrogazione n. 756/XIV, “Sull’assetto organizzativo e del personale dirigenziale delle Fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach”, proponente: cons. Giorgio Leonardi;
5.   interrogazione n. 2181/XIV, “Stato di attuazione della disciplina sull’assistenza odontoiatrica”, proponenti: cons. Claudio Eccher e cons. Marco Sembenotti;
6.   disegno di legge n. 135/XIV, “Modificazioni della legge provinciale sui trasporti: interventi a favore dei disabili”, proponenti: cons. Pino Morandini, cons. Walter Viola, cons. Rodolfo Borga, cons. Mauro Delladio e cons. Giorgio Leonardi;
7.   disegno di legge n. 132/XIV, “Modificazioni della legge provinciale sugli incentivi alle imprese: interventi per le piccole imprese e per la trasparenza”, proponenti: cons. Claudio Civettini, cons. Alessandro Savoi, cons. Franca Penasa, cons. Mario Casna, cons. Luca Paternoster e cons. Giuseppe Filippin;
8.   disegno di legge “Sviluppo del settore termale trentino”, testo unificato dei disegni di legge n. 93/XIV,105/XIV, “Integrazioni e modifiche della legge provinciale 20 giugno 1983, n. 21 (Interventi per lo sviluppo delle attività idrotermali)”, proponente: cons. Roberto Bombarda e n. 162/XIV, “Integrazione della legge provinciale 20 giugno 1983, n. 21 (Interventi per lo sviluppo delle attività idrotermali)”, proponente: cons. Bruno Dorigatti; “Modificazioni della legge provinciale 20 giugno 1983, n. 21 (Interventi per lo sviluppo delle attività idrotermali)”, proponenti: cons. Renzo Anderle, cons. Salvatore Panetta, cons. Giorgio Lunelli, cons. Marco Depaoli e cons. Gianfranco Zanon, n.
9.   disegno di legge n. 168/XIV, “Modificazioni della legge provinciale sui lavori pubblici e della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino)”, proponente: ass. Alberto Pacher;

10.   disegno di legge n. 60/XIV, “Modificazioni della legge elettorale provinciale in materia di compatibilità tra il ruolo di consigliere provinciale e quello di assessore provinciale e in materia di limiti alla rieleggibilità alla carica di consigliere provinciale”, di iniziativa popolare.

L’ultimo punto prevede la discussione della nostra proposta di legge ad iniziativa popolare. Molto probabilmente la proposta verrà discussa e poi votata giovedì 24. Su questo sito indicheremo appena possibile la data corretta.

Cerchiamo di essere numerosi sugli “spalti” del consiglio il giorno della votazione.

Per chi non potesse essere presente al seguente link è possibile seguire in diretta la seduta o eventualmente consultare la registrazione. E’ molto semplice basta cliccare sulla data della seduta che si desidere vedere.

POSIZIONE COMITATO “LA BUSSOLA” IN SEGUITO AL PARERE NEGATIVO ESPRESSO DALLA PRIMA COMMISSIONE PERMANENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE RIGUARDANTE IL DISEGNO DI LEGGE POPOLARE N.60

Venerdì 11 febbraio 2011

In seguito alla decisione adottata dalla Prima commissione permanente del Consiglio Provinciale di respingere il disegno di legge ad iniziativa popolare sottoscritto da 3417 elettori, e presentato dal comitato “la Bussola”, desideriamo esprimere alcune considerazioni.

Fin dalla presentazione del disegno di legge, come comitato proponente, abbiamo sempre dichiarato che la nostra proposta vuole essere uno stimolo  per il Consiglio Provinciale ad avviare una seria e costruttiva riflessione sulla legge elettorale provinciale, in quanto, come si presenta oggi, lascia molti dubbi riguardo alla stabilità dell’assetto istituzionale provinciale. Con il nostro disegno di legge proponiamo inoltre, di introdurre un inedito limite di mandato anche per i consiglieri provinciali (come già previsto per presidente Provincia) facendoci portatori di una richiesta dei cittadini sempre più frequente: rinnovare la politica.

Quando nell’autunno 2008  abbiamo avviato quest’iniziativa, abbiamo deciso di utilizzare lo strumento dell’iniziativa di legge popolare proprio per non portare all’esame una proposta “a scatola chiusa”, ma nella speranza che i consiglieri provinciali potessero portare il loro importante contributo. Purtroppo, almeno a vedere i lavori della commissione, questo non è avvenuto. Dopo il deposito delle firme avvenuto nel luglio 2009, siamo stati convocati per presentare il disegno di legge alla commissione nel settembre 2009 per poi essere accantonati fino allo scorso 8 febbraio.

Durante la seduta di martedì scorso abbiamo ascoltato le motivazioni e le giustificazioni del voto dei consiglieri ma, purtroppo, nessuna controproposta o soluzione alternativa. In compenso, i membri della commissione non si sono fatti mancare la malsana abitudine a rinfacciarsi tra loro battutine e frecciatine riguardanti i politici e le vicende nazionali,, dando prova che la politica imperniata sulla costante contrapposizione tra “curva nord contro curva sud” o la politica del “tifo da stadio” non porta da nessuna parte.

In seguito alla discussione, a cui ha partecipato anche l’assessore  agli enti locali Mauro Gilmozzi e dove è stata lodata l’iniziativa perché presentata da un gruppo di giovani, i 7 membri della commissione hanno votato i 2 articoli del disegno di legge. Il primo articolo (abolizione “porta girevole”) ha trovato il favore dei consiglieri Savoi, Penasa e Borga, mentre contrari sono stati i

consiglieri Cogo, Anderle, Dallapiccola e Firmani. In riferimento al secondo articolo (limite di 2 mandati consecutivi per consiglieri provinciali) hanno espresso un voto favorevole Savoi e Penasa, un voto contrario Cogo, Anderle e Dallapiccola, mentre si sono astenuti Firmani e Borga; i quali “condividevano lo spirito della norma” ma preferivano introdurre un limite di 3 mandati consecutivi anziché dei 2 proposti.

Siamo rimasti sorpresi nel vedere come il consigliere Anderle (nel 2007 in qualità di Sindaco e di Presidente del Consorzio delle Autonomie in una relazione per il Consiglio Provinciale scriveva “Si è inoltre dell’avviso che, ai fini del mantenimento di un collegamento molto forte tra Consiglio provinciale e Giunta, dovrebbe essere rimossa l’incompatibilità tra Consigliere provinciale e componente della Giunta”) e come i consiglieri del gruppo del Partito Democratico (art. 21 statuto PD prevede limite di 3 mandati per membri assemblea) non abbiano accolto la nostra proposta. Probabilmente il ruolo di Consigliere Provinciale provoca repentini cambi d’idea…

Nel pieno rispetto della decisione della Prima Commissione, chiediamo al Consiglio Provinciale e a tutti i suoi componenti di rivedere il parere espresso e, una volta che il disegno di legge approdi in aula, di approvare una norma che rispecchi il pensiero espresso dai 3417 elettori trentini sottoscrittori del disegno di legge.

Ci appelliamo inoltre all’opinione pubblica e ai mezzi d’informazione, chiedendo loro di stimolare un dibattito costruttivo sulla legge elettorale provinciale attualmente in vigore, in modo da spingere il Consiglio Provinciale a ridare stabilità al quadro istituzionale trentino. Se i cittadini faranno nuovamente sentire la loro voce su un tema così importante, i nostri rappresentanti (se tali sono!), non potranno che ascoltare e rivedere le proprie decisioni. In caso contrario sarà la dimostrazione che “la politica dei palazzi” è sempre più distante dalla gente e dai giovani.

Comitato “la Bussola”

La dura battaglia contro gli sprechi. La giovane Bussola per nuove regole

ALA – Chiedere ai politici di professione di farsi da parte e di facilitare il ricambio generazionale, è come chiedere loro di fare harakiri. Ne sanno qualcosa i giovani del comitato «La Bussola», e con loro altri 3500 trentini, che martedi pomeriggio si sono visti bocciare dalla prima commissione del Consiglio provinciale la proposta di legge di iniziativa popolare che chiedeva proprio questo: dopo due mandati i consiglieri si facciano da parte. Insomma rinnovamento. La proposta, invero, andava anche un poco più in là e prevedeva l’abolizione della cosiddetta «porta girevole»: l’incompatibilità fra la carica di assessore provinciale e consigliere. Un meccanismo che sulla carta è ispirato dal principio della separazione fra politica e amministrazione, ma che nei fatti si traduce come un paracadute per far entrare in consiglio provinciale anche i candidati meno votati. Appunto, un harakiri per i politici di professione, che infatti hanno bocciato la proposta in commissione. Contro hanno votato compatti UpT, Patt e Pd, astenuti IdV e PdL, a favore solo la Lega Nord. Come l’hanno presa i ragazzi della Bussola, una trentina di giovani fra i 20 e i 30 anni, studenti e imprenditori, ragazze e ragazzi soprattutto di Ala, ma non solo, che un paio di anni fa decisero di partire dall’Abc dei corsi di educazione civica per arrivare poi a mettere insieme questa proposta «rivoluzionaria»? Corrado Pinter studia scienze politiche a Bologna, ha 22 anni e martedì era fra quelli che hanno illustrato la proposta: «Siamo delusi. Ci aspettavamo una maggiore apertura. Abbiamo incontrato solo chiusure. Ma non ci fermiamo qui. Ora la proposta passerà all’aula, fra marzo e aprile credo. Da qui ad allora ci mobiliteremo, cercheremo di far discutere la società civile trentina. Sappiamo bene che il parere negativo della commissione peserà sulla decisione dell’aula, ma non è escluso che i partiti ci possano ripensare. Del resto noi non vogliamo mandare a casa nessuno: vogliamo tagliare i costi della politica e sboccare il meccanismo della rappresentanza, oggi impermeabile al ricambio». Non hanno intenzione di arrendersi, quindi, i giovani della Bussola ma semmai di rilanciare, esportando la loro esperienza su tutto il territorio provinciale. Ad Ala dove sono nati, lo scorso maggio hanno ottenuto un successo elettorale insperato: 4 consiglieri comunali. Due sono diventati assessori e altri due in consiglio. «Una bella esperienza – ci dice Omar Grigoli, imprenditore trentenne -; siamo entrati come Civici, ciascuno di noi continua a coltivare la propria identità politica, trasversali. Ma lavoriamo per un obiettivo comune. Abbiamo dimostrato che i giovani possono cambiare la politica, peccato che i partiti, come ha dimostrato la commissione, continuino a non accorgersene». E ora? «La battaglia la porteremo avanti senza farci intimorire, vogliamo che arrivi in aula mentre tutto il Trentino ne sta discutendo». Stanno raccogliendo adesioni un po’ in tutto il Trentino: «Siamo sicuri che questa battaglia riusciremo a spostarla su scala provinciale, del resto abbiamo raccolto 3500 firme in oltre 50 comuni del Trentino», promette Pinter. Per saperne di più: www.comitatolabussola.it

l'Adige 10 febbraio 2011, cronaca di Rovereto pag. 31 - Tiziano Bianchi

l'Adige 10 febbraio 2011, cronaca di Rovereto pag. 31 - Tiziano Bianchi

Proposta di legge: parere negativo prima commissione permanente.

Ieri, 8 febbraio 2011 la prima commissione permanente ha espresso parere negativo riguardante il disegno di legge ad iniziativa popolare n.60, presentato dal Comitato La Bussola e supportato da 3417 firme.

Rimandando ai prossimi giorni le nostre considerazioni in merito, e le nostre posizioni dopo il parere negativo espresso, pubblichiamo il testo della relazione all’esame articolato letta ieri dai nostri tre portavoce. Scarica qui il testo.

Di seguito inseriamo articolo pubblicato oggi a pag. 34 dal quotidiano l’Adige ed il link al sito del Consiglio Provinciale dove potete trovare un breve resoconto dei lavori. Link articolo Consiglio Provinciale.

l'Adige 9 febbraio 2011, pag.34 cronaca di Rovereto

l'Adige 9 febbraio 2011, pag.34 cronaca di Rovereto

Convegno: il futuro è Metroland? tra piani di sviluppo e infrastrutture

Vi invitiamo logo nuovevieal secondo convegno organizzato dall’associazione Nuovevie, che già nel mese di novembre, nel convegno-seminario residenziale svoltosi ad Arco, aveva lanciato la proposta di una successiva serie di incontri formativi-informativi su alcuni importanti ed attuali temi che coinvolgono la politica e il territorio Trentino. Crediamo possa essere un’importante occasione per un momento di confronto che si vuol collocare fuori da logiche di appartenenza politica valorizzando invece il bisogno, di tutti noi, di conoscere e comprendere.

Il titolo del convegno sarà:

“TRENTINO: il futuro è Metroland? tra piani di sviluppo e infrastrutture”

…ed è articolato in tre principali momenti [deplian1 e deplian2]:

* La nascita del Piano Urbanistico Provinciale di B.Kessler e G.Samonà (Pietro Nervi)
* Il senso del progetto Metroland (Vanni Ceola)
* Città diffusa o comunità interdipendenti? Il Trentino che avremmo voluto, il Trentino che vorremmo e lo sviluppo futuro del suo territorio in base all’asse strategico VR-Rov-TN-BZ (tavola rotonda con Roberto Bortolotti, Silvano Grisenti, Alberto Pacher, Ilaria Vescovi)

Per maggiori dettagli fate riferimento a questo link: www.nuovevie.net

I ragazzi della Bussola a Trento vogliono far cambiare la politica

da l’Adige di venerdì 4 febbraio 2011 pag. 34

ALA – Continua tenace la battaglia de «La Bussola» per cambiare il sistema della rappresentanza politica in Trentino. Martedì 8 febbraio 2011 la prima commissione permanente del Consiglio Provinciale è stata convocata per esaminare il disegno di legge n.60 «Modificazioni della legge elettorale provinciale in materia di compatibilità tra il ruolo di consigliere provinciale e quello di assessore provinciale e in materia di limiti alla rieleggibilità alla carica di consigliere provinciale» presentato il 15 luglio 2009, assieme a 3417 sottoscrizioni dal comitato La Bussola. Alla commissione parteciperanno, per conto dei proponenti, i tre primi firmatari: Omar Grigoli, Manuel Lorenzini e Corrado Pinter. L’iniziativa del Comitato La Bussola era partita due anni fa: lontani dai partiti, lontani dalla politica tradizionale, senza riferimenti in consiglio comunale, e aree di provenienza variegate: sono un gruppo di giovani a chiedere agli adulti e ai politici di mestiere di tagliare i costi ma soprattutto a gridare loro nelle orecchie di farsi un po da parte. E non è una richiesta così, tanto di per dire o tanto per fare. I ragazzi del comitato la Bussola (il loro slogan è «quando il vento della politica gira dalla parte dei giovani»), infatti, stanno per arrivare alla discussione consiliare. Due gli strumenti, tutto sommato semplici, individuati per raggiungere lo scopo – far risparmiare in fretta sette milioni di euro alle casse della provincia e facilitare il ricambio della classe politica – : abolire il principio di incompatibilità fra la carica di assessore provinciale e di consigliere provinciale (istituita alcuni anni fa ufficialmente per introdurre una separazione netta fra compiti politici e compiti amministrativi ma forse anche, e i maliziosi lo hanno capito da un pezzo, per far posto anche ai cosiddetti trombati) e stabilire per legge il limite dei due mandati consecutivi per gli eletti.

La proposta di legge in commissione

Martedì 8 febbraio 2011 la prima commissione permanente del Consiglio Provinciale è stata convocata per esaminare il disegno di legge n.60 “Modificazioni della legge elettorale provinciale in materia di compatibilità tra il ruolo di consigliere provinciale e quello di assessore provinciale e in materia di limiti alla rieleggibilità alla carica di consigliere provinciale” presentato il 15 luglio 2009, assieme a 3417 sottoscrizioni dal comitato La Bussola.

Alla commissione parteciperanno ,per conto dei proponenti, i tre primi firmatari Omar Grigoli, Manuel Lorenzini e Corrado Pinter.

Cliccando sul seguente link potete trovare l’intero percorso della proposta di legge dopo la sua presentazione.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

commissioni_permanenti

Un occhio da Bruxelles. Quanto conta l’Italia in Europa?

di Elisa Filippi – articolo pubblicato sul quotidiano “Il Cittadino

Mi è stato chiesto di scrivere una riflessione rispetto a quanto conta l’Italia in Europa. Volevo tentare di formulare una riflessione originale, che andasse oltre il luoghi comuni di un Paese sulle copertine della stampa europea per i festini del proprio Presidente del Consiglio, una riflessione che andasse oltre gli imbarazzi diplomatici e che parlasse invece della parte sana del nostro Paese, ovvero del “popolo” che rappresenta l’Italia in Europa. Ho pensato allora ai giovani ricercatori che si recano nelle università europee attirati dalla qualità della ricerca, ma anche dalle condizioni economiche che la rendono possibile, ai molti tirocinanti che giungono a Bruxelles con l’entusiasmo di lavorare per l’Europa e il più delle volte si trovano a lavorare non retribuiti e sulle spalle dei genitori, o ai funzionari delle istituzioni europee, ai molti professionisti che hanno deciso di scommettere in un progetto globale.

Riflettendo su questo, mi è venuto da chiedermi però se non sia forse il caso di domandarsi prima: quanto conta oggi l’Europa per l’Italia?

A giudicare dall’investimento di questo governo nella formazione e nella mobilità scientifica delle nuove generazioni: molto poco. L’Europa è considerata bacchettona quando evidenzia l’incongruità dei comportamenti del nostro Presidente del Consiglio e allo stesso tempo immorale quando si batte per il riconoscimento dei diritti delle unioni civili. L’Europa è percepita poi con insofferenza e ingratitudine, come una tediosa rompiscatole, quando pretende trasparenza e precisione nella rendicontazione dei finanziamenti che essa stessa eroga per la realizzazione di interventi pubblici. Come se il principio della responsabilità nella gestione del denaro pubblico fosse un peso.

Il timore è che, grazie anche ad una certa stampa, che in Italia sa essere compiacente quanto distratta, l’immagine veicolata delle istituzioni europee sia prevalentemente quella di una rigida burocrazia, che ingessa, che pone divieti e vincoli, che sanziona. L’Europa non significa solo regole e limiti, ma anche e soprattutto opportunità, bacino di buone pratiche, concentrato strategico di risorse economiche, sociali e culturali.

L’Europa ha saputo mostrarsi negli ultimi anni come l’arena politica in cui numerose ed importanti battaglie sono stata condotte; fra tutte la vera posta in gioco rispetto al futuro delle nostre economie è stata e viene dibattuta in quella sede attraverso la formulazione di precise politiche economiche e finanziare come ci mostra anche l’agenda del Consiglio Europeo del prossimo 15-16 dicembre.

Tra le priorità economiche e sociali, la sfida che è stata individuata come strategica, da Lisbona in poi, è certamente quella di rendere l’Europa l’ economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo.

E’ una scommessa che coinvolge tutti e soprattutto un Paese maturo come l’Italia, per cui non è più immaginabile competere per fattori come il costo del lavoro e per cui l’unico vantaggio competitivo resta la creatività, la ricerca, l’innovazione.

Su questo fronte come è messa l’Italia rispetto al resto dell’Europa?

I dati dell’European Innovation Scoreboard, strumento creato dalla Commissione Europea per monitorare i risultati della Strategia di Lisbona, parlano purtroppo chiaro: su 37 paesi analizzati l’Italia si posiziona solo al 23° posto nella graduatoria, con un punteggio che la colloca al di sotto della media europea e a notevole distanza dai paesi più avanzati.

Anche i settori “leggeri” del Made in Italy (come il tessile, manifatturiero) che fino a qualche anno fa presentavano dati più incoraggianti, mostrano oggi, in alcuni casi, preoccupanti segni di un sistema che necessita di essere urgentemente riformulato (si pensi alle sorti dello stabilimento OMSA a Faenza).

Una politica che sostenga l’innovazione nei processi produttivi richiede un approccio sistemico, per sua natura trasversale e complesso. L’aspetto che in questa sede mi interessa evidenziare è come anche e forse soprattutto in questo settore la dimensione europea appaia cruciale. La ricerca e l’innovazione hanno bisogno, per prosperare, di sistemi aperti, interconnessi che possano contare su una massa critica di risorse: finanziaria, infrastrutturale, tecnico-scientifica, propeduetici alla “cross-fertilisation”. L’Europa, anche come fonte di stimoli e bacino di buone pratiche, può fornire questo contesto. Basti pensare, che quasi la metà di quei 141,5 miliardi di euro che costituiscono il bilancio europeo è stata destinata nel 2010 a sostenere la competitività e la crescita sostenibile dell’Unione Europea. Si tratta di politiche e programmi che creano le condizioni per lo sviluppo di progetti di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico, incentivano la competitività delle piccole e medie imprese e promuovono l’occupazione e la coesione territoriale.

L’assenza di una seria politica industriale, la frammentarietà e la trascuratezza delle proprie infrastrutture accademiche e scientifiche rendono difficile per l’Italia valorizzare le proprie eccellenze e beneficiare delle politiche messe in atto in ambito europeo.

La dimensione europea, che fornisce la massa critica qualitativa e quantitativa, ed il dinamismo dei sistemi locali (Università – impresa, distretti tecnologici, clusters dell’innovazione) possono costituire il binomio vincente nella sfida globale per lo sviluppo.

Rispetto agli interrogativi iniziali, si potrebbe rispondere alla luce di queste considerazioni affermando che in questo momento l’Italia in Europa conta relativamente poco e che allo stesso tempo in Italia si investe poco per essere in Europa, percepita come uno scenario distante e talvolta estraneo.

A dispetto della miopia politica di una destra caciarona e provinciale, l’attuale scenario emergenziale ci impone però di riportare l’ Italia al ruolo di “bottega e fabbrica dell’innovazione” per avere un ruolo più forte in Europa, per avere un’Europa più competitiva.

Riportare l’Italia in Europa e fare leva sull’Europa per rilanciare l’Italia dovrà essere l’impegno per una classe politica responsabile e riformista, che sappia trainare lo sviluppo del Paese e rafforzarne le istanze e la reputazione nello scenario internazionale.

Bruxelles, dic. 2010