Di Corrado Pinter
Da qualche settimana ad Ala, tra amici, parenti o per strada si parla quasi esclusivamente di un’unica cosa: le elezioni comunali del prossimo 16 maggio.
“Sette candidati sindaco e dodici liste, sono una degenerazione per un comune di 9.000 abitanti” questa è la frase che ormai tutti gli alensi ripetono, spesso condita da un altro parolone quasi buttato lì: “frammentazione”. Sono ben 226 i candidati alla carica di consigliere comunale e la voglia di far politica sembra dilagare.
Sicuramente la situazione attuale è il frutto di gelosie personali e della volontà di alcuni partiti di “bollare” il candidato sindaco con il proprio simbolo, senza ascoltare i reali bisogni delle persone.
Ma sono realmente sette i candidati sindaco che si contendono il Municipio? Bisogna usare gli strumenti adeguati quando si “contano” i partiti o le liste che si presentano ad una competizione elettorale. Come spiega il noto politologo Giovanni Sartori, in un sistema partitico, per contare quan ti sono veramente i partiti che contano (nel nostro caso le liste), bisogna utilizzare tre criteri di rilevanza.
Il primo è dato dall’utilità delle liste nella formazione delle coalizioni di governo. Alcune liste possono essere piuttosto piccole in base alla percentuale di elettorato che le vota e al numero di seggi a loro assegnati, ma risultare decisive nella formazione di coalizioni di governo e dunque meritano di essere contate in quanto posseggono un potenziale di coalizione.
Il secondo criterio indicato da Sartori, è quello del potenziale di intimidazione o di ricatto che suggerisce di considerare anche le liste che, pur non essendo incluse in coalizione di governo, dispongono di voti e di seggi in misura tale da condizionare il funzionamento della coalizione di governo.
L’ultimo criterio da considerare è quello della polarizzazione o distanza ideologica, che consiste nel non conteggiare partiti o liste poste agli estremi degli schieramenti, in quanto non possono essere mai presi in considerazione per la formazione di coalizioni di governo, a causa delle loro posizioni ideologiche prevenute.
Utilizzando i tre criteri indicati da Sartori è possibile abbozzare un’analisi pressoché realistica, in vista delle prossime elezioni comunali, adattando le teorie generali alla realtà locale.
Nel panorama attuale il ballottaggio per l’elezione del sindaco si preannuncia quasi scontato e, premessa l’esistenza di un considerevole premio di maggioranza per le liste che sostengono il candidato sindaco vincente (12+1 seggi sui 20 totali), è ipotizzabile che, in un eventuale secondo turno, non si siglino alleanze tra liste ora avversarie. Questo premio di maggioranza, che, salvo gravi crisi politiche, garantisce la governabilità per tutta la legislatura è stato introdotto dopo le elezioni del 2005. Allora la legge prevedeva una soglia minima di consensi da raggiungere per ottenere un analogo premio di maggioranza, proprio per evitare le “armate Brancaleone” costituite ad hoc ai ballottaggi, come successo ad Ala nel 2004 con l’inedito apparentamento tra le liste Comunità al centro, P.A.T.T. e Impegno Civile.
Nonostante l’attuale legge, ad Ala per le prossime elezioni, si preannuncia però lo stesso pericolo, in quanto si presentano candidati sindaco provenienti da aree molto simili e proprio per questo il criterio del “potenziale di coalizione” potrebbe essere molto appropriato per l’analisi.
Sempre grazie all’attuale premio di maggioranza mi sento di dire che il criterio “potenziale di ricatto” descritto precedentemente, non dovrebbe essere preso in considerazione nell’analisi, nel caso che le coalizioni rimangano invariate.
Utilizzando il criterio della polarizzazione si possono escludere dal conteggio due dei sette candidati sindaco: Angelo Trainotti e Vanessa Cattoi. Angelo Trainotti e la lista Impegno Civile si sono dimostrati incapaci di governare nei primi mesi dell’amministrazione Tomasoni, della quale hanno fatto parte. Nella restante parte di legislatura, durante la quale è stata all’opposizione, Impegno Civile si è isolata in consiglio comunale rendendo impossibile o quasi ogni prospettiva di alleanze per poter “contare” nella maniera intesa da Sartori.
Per quanto riguarda Vanessa Cattoi, candidata della Lega Nord (partito che manca dalla scena elettorale alense dal 1995), considero non si debba “contare” per le posizioni estremistiche del partito nazionale e per quanto dichiarato dal segretario provinciale Fugatti, il quale ha indicato come obbiettivo principale per la Lega Nord Trentino, quello di cominciare ad entrare nei consigli comunali della provincia (l’Adige 22 aprile 2010).
Al conteggio rimangono quindi cinque candidati sindaco (Luigino Peroni, Narciso Brusco, Giuliana Tomasoni, Sandro Dal Bosco e Roberto Caprara) con le rispettive dieci liste di sostegno. Considerando il criterio del “potenziale di coalizione” esposto da Sartori, posso dire che Tomasoni, Caprara e Brusco attingono ad un elettorato molto simile e proprio per questo si possono ipotizzare delle alleanze tra loro al secondo turno, nel caso uno dei tre arrivi al ballottaggio. Giuliana Tomasoni, se pur molto indebolita rispetto a sei anni fa, può godere del suo ruolo di sindaco in carica (incumbent) per raccogliere consensi nella “sua” area centrista. Roberto Caprara è un candidato che può ricevere molti consensi nell’area centrista “che guarda” a destra, ma può essere “azzoppato” dalla sua totale inesperienza politica e dalle sue ripetute uscite “antipartitiche”. Infine Narciso Brusco, presidente del consiglio comunale uscente, e candidato sindaco di un’inedita alleanza di “centrodestra-autonomista”, si presenta come la continuità di governo con l’amministrazione attuale data la presenza del P.A.T.T. e di gran parte degli uomini di punta della giunta Tomasoni candidati nella lista dell’ U.P.T.
Tutti questi tre candidati sindaco rappresentano un area di centro-destra (nonostante a livello provinciale U.P.T. e P.A.T.T. siano collocati nel centrosinistra) molto simile, ed è ipotizzabile che si “pestino i piedi” a vicenda al primo turno, ma che possano collaborare al secondo turno.
Il sesto candidato sindaco in esame è Sandro Dal Bosco ex consigliere comunale PDS e DS che si propone sostenuto da due liste civiche con rispettivamente capolista il consigliere comunale eletto in quota margherita Massimo Ambrosi e l’ex assessore DC Giorgio Robol. Questa coalizione è forse la più centrista presente nella tornata elettorale.
Infine è presente una coalizione di centro-sinistra guidata da Luigino Peroni (ex assessore e consigliere comunale margherita in carica) formata da Partito Democratico, una lista civica di persone provenienti da un’area di centro (Civica Peroni Sindaco) e dalla novità di queste elezioni comunali, una lista composta da soli giovani: “La Bussola di Ala”. L’alleanza tra Peroni e Pd è proprio basata sul coinvolgimento delle nuove generazioni rappresentate appunto dalla Bussola (i candidati hanno un età media di 27,4 anni).
Tornando al conteggio dei candidati sindaci possiamo quindi individuare tre candidati di area centro-destra (Caprara, Tomasoni, Brusco), uno di area centrista (Dal Bosco) ed uno espressione del centro-sinistra (Peroni).
Ragionando così, possiamo quindi raccogliere cinque candidati sindaco (estremi esclusi) in tre aree distinte, ed è presumibile che lo scontato ballottaggio si possa giocare tra di due essi, considerando forse, un passo dietro agli altri, l’attuale sindaco Tomasoni indebolita molto dopo essere stata scaricata dai sui “compagni di giunta” di U.P.T e P.A.T.T.
Possiamo quindi definire che la tanto decantata frammentazione si può individuare nel centro che guarda a destra (o per meglio dire, nel centro-destra), mentre centro e centro-sinistra hanno espresso un candidato sindaco ciascuno. Sicuramente se le alleanze al secondo turno rimarranno le attuali al massimo si potranno avere tre liste capaci di contare veramente in Consiglio sotto il criterio del potenziale di coalizione, visto che le due coalizioni più estese sono composte da tre liste ciascuna.
Quindi allo stato attuale, non mi sembra il caso di parlare di frammentazione nel futuro Consiglio Comunale. Il problema maggiore sarà invece avere un’opposizione capace di poter dare il proprio contributo costruttivo, nel caso molto probabile, che tutti i candidati sindaco sconfitti entrino in Consiglio.
Queste sono riflessioni di una persona schierata e di parte che vogliono solo provare a descrivere, con l’ausilio di strumenti adeguati e tecnici, un quadro complesso e spropositato per le dimensioni della competizione elettorale in questione.
Corrado Pinter – Studente di Scienze politiche e candidato della lista “La Bussola di Ala”