Efficienza e funzionalità
L’impostazione di un corretto e trasparente rapporto tra cittadino e Amministrazione non può che partire dal prendere in considerazione le necessità quasi quotidiane per cui ci si rivolge al Comune: per una pratica più o meno complessa: per il rilascio di un certificato, per una richiesta di informazione, un pagamento, una licenza, ecc.
L’organizzazione interna dell’Amministrazione non può che essere orientata al servizio al cittadino; va abbandonata la politica delle “stanze chiuse”. E’ quindi necessario intervenire da subito per correggere le disfunzioni che oggi molti cittadini lamentano, mettendo in condizione la “macchina amministrativa” di dare risposte precise in tempi certi. A tal fine si intende:
- Rivedere la regolamentazione dei diritti di accesso, definendo più dettagliatamente le modalità di gestione dei “procedimenti” e i tempi entro i quali l’utente, con assoluta certezza, deve avere risposta alle istanze che avrà rivolto alla pubblica amministrazione.
- Ridefinire gli orari di apertura al pubblico prevedendo un deciso incremento, in linea almeno con quanto offerto dalla maggior parte di Comuni di analoghe dimensioni, ed una maggior flessibilità, anche con l’introduzione di una “giornata del cittadino” con orario di apertura continuativo.
- Introdurre sportelli informatici per le pratiche più comuni.
- Istituire un Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) e uno sportello SPOT, o similare, per facilitare ogni procedura per gli operatori economici e non solo.
Nel quadro di un’analisi complessiva della funzionalità della struttura potranno esser riconsiderati gli assetti organizzativi di alcuni Servizi. In particolare andrà rivista l’organizzazione del Servizio attività culturali con la nomina del responsabile e la definizione dei necessari collegamenti con il comparto turistico e sportivo.
Per un ottimale funzionamento del Comune è imprescindibile una chiara distinzione dei ruoli tra la parte politico-amministrativa (Consiglio comunale, Sindaco, Giunta) e la struttura gestionale (Responsabili dei servizi, personale). Si intende operare decisamente in questo senso, nel rispetto per altro di quanto stabilisce la legge, evitando una pratica purtroppo invalsa di confusione e sovrapposizione di ruoli e di reciproche interferenze. Andranno quindi definiti con chiarezza i limiti dell’intervento politico, che dev’essere di indirizzo e controllo, e nel contempo andrà valorizzata la specifica e non eludibile responsabilità e l’autonomia in ambito gestionale dei funzionari e, con diversi gradi, del personale tutto.
Trasparenza e partecipazione
Un Comune “dei cittadini” non è tale se questi non lo conoscono, ne ignorano funzionamento e attività, e se non partecipano alla sua vita, con pieno diritto di parola, di proposta e di critica.
Informazione
Il primo impegno dell’amministrazione non potrà quindi che essere quello di fornire un’informazione completa e chiara circa il suo operato. A tal fine si intende:
- Definire modalità regolari di comunicazione–partecipazione con incontri pubblici a scadenza fissa e per tutte le scelte impegnative;
- Procedere ad una reimpostazione del Notiziario comunale in maniera da renderlo strumento efficace di dialogo con i cittadini. Il Notiziario dovrà essere meno amministrativo e più informativo, non condizionato da intenti propagandistici. A tal fine si ritiene utile sia affidato, con ampi margini di autonomia e responsabilità, ad un giornalista-direttore e ad un comitato di redazione esterno agli Organi dell’amministrazione, eventualmente con la supervisione del Presidente del Consiglio comunale.
- Utilizzare in maniera estesa tutti gli strumenti e i canali informatici per la comunicazione ai cittadini (aggiornamento/implementazione/interattività sito web)
Partecipazione attiva
Non basta essere informati; partecipare è anche aver diritto di parola e di proposta. L’azione dell’amministrazione ricercherà il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti, territoriali e non, per definire, sia pure per approssimazioni successive, percorsi ed obiettivi comuni e condivisi. Ma la partecipazione è anche una dimensione che dovrà riguardare ogni singola persona, un impegno non delegabile: partecipazione è democrazia.
Per favorire questo processo si intende attuare:
- Una revisione e un aggiornamento dello Statuto e dei Regolamenti che renda più agevoli e
flessibili gli strumenti per la partecipazione (referendum, sondaggi, assemblee, ecc.), anche con l’introduzione di forme innovative. Si propone in particolare la creazione di consulte: delle frazioni, degli stranieri, dei giovani, delle associazioni.
La buona amministrazione e la sfida programmatica: metodi e contenuti
Partiamo da un’analisi del recente passato. Proviamo a ragionare sul futuro di Ala partendo dal fenomeno che più ha caratterizzato e problematizzato la sua evoluzione recente: la forte e accelerata crescita degli ultimi 10-15 anni. Possiamo leggerla attraverso i dati demografici: quasi 1.600 abitanti in più negli ultimi dieci anni, oltre 900 di questi concentrati negli ultimi cinque anni. Accanto al dato demografico –caratterizzato anche da una presenza di residenti stranieri tra le più alte della provincia (14,99%)- è sotto gli occhi di tutti lo sviluppo edilizio massiccio, l’espansione delle aree urbanizzate.
E’ stata una crescita in buona misura dettata dalla speculazione e sicuramente poco “guidata”. Il risultato è che abbiamo quote crescenti di territorio occupato e un grave squilibrio nei servizi fondamentali, alcuni oggi decisamente carenti (viabilità e parcheggi; verde pubblico; servizi scolastici e pre-scolastici; qualità degli spazi di aggregazione; in una certa misura anche i sevizi economici, acquedotti, rete fognaria, smaltimento rifiuti, ecc.). Un’altra conseguenza, anche se più difficile da cogliere e valutare, è una certa perdita di identità della comunità, che si è fatta più variegata e complessa, che si è rimescola in conseguenza dei flussi di nuovi residenti, e non solo stranieri. A fronte di questa situazione non si è costruita una “visione”, un “progetto di città”, non ci si è posti la domanda “ma quale città vogliamo?”. Ne è una prova piuttosto evidente l’azione stessa della passata amministrazione. Sul fronte delle realizzazioni, delle opere pubbliche, una capacità di spesa davvero ridotta e soprattutto, tra gli interventi realizzati, che rimangono comunque pochi, tante scelte nate su spinte “singole”, un po’ occasionali, non supportate da una seria e approfondita analisi e da una programmazione su tempi lunghi, alcune ristrutturazioni costose male o poco utilizzate o decisamente “eccessive”, progettazioni costose abbandonate (per le ex Scuole frazionali, il riordino piazza Giovanni XXIII, l’area ex Slanzi). Sul fronte delle politiche sociali scarsa o nulla attenzione per le nuove dinamiche indotte dal fenomeno migratorio (stranieri e non), difficoltà nel rapporto con il tessuto associativo, incapacità di lanciare progetti significativi per il rinsaldarsi del rapporto di comunità.
Abbiamo di fronte quindi almeno tre ordini di problemi:
- un riequilibrio dei servizi, oggi carenti in alcuni gangli fondamentali rispetto alle mutate esigenze di una popolazione cresciuta rapidamente;
- la salvaguardia e un riequilibrio nell’uso di un territorio, pesantemente intaccato da uno sviluppo urbanistico disordinato
- il recupero e la crescita di un senso di appartenenza, di una più forte e vivace coesione sociale ed identitaria.
La programmazione: un metodo rigoroso, pochi obiettivi fondamentali
Per affrontare la sfida che pongono questi problemi e la mutata realtà di Ala, crediamo fondamentale adottare un metodo di lavoro che consenta di individuare davvero delle priorità, pochi essenziali obiettivi effettivamente realizzabili.
Un metodo
La strada che intendiamo proporre è quella della programmazione; una programmazione che dev’essere:
- rigorosa, fondata su dati, standard, indagini e studi di fattibilità, e proiettata sul medio-lungo periodo
- partecipata, rivalutando innanzitutto il ruolo del Consiglio comunale, restituendogli piena dignità e funzionalità quale massimo organo rappresentativo della Comunità, luogo di analisi, confronto e proposta su tutte le scelte da attuare, ma ricercando anche il coinvolgimento dei cittadini, delle rappresentanze professionali e di categoria, delle molte risorse ideative e creative presenti nel tessuto sociale.
L’impegno è in questo senso per far crescere e consolidare le occasioni di confronto, anche ricercando modalità partecipative nuove ed originali. E’ un percorso non facile, che richiede anche l’impegno dei cittadini, ma è forse l’unico in grado di ricostruire la fiducia, la speranza, l’entusiasmo per progetti che possano consentire all’intera comunità e soprattutto alle generazioni più giovani di guardare al futuro con una maggiore voglia di fare, assumendosi il compito di cercare di governare i processi e non limitarsi semplicemente a subirli.
Una prima e significativa applicazione di tale metodologia potrà essere quella del “bilancio partecipato”, inteso come strumento per dare ai cittadini la possibilità di decidere la realizzazione di opere disponendo di quote di bilancio predeterminate.
Una priorità
La quantità e la complessità delle questioni aperte, i tempi talora purtroppo dilatati dell’azione pubblica, non consentiranno –è inutile fare false promesse- di portare a soluzione tutti i problemi sul tappeto. Fin d’ora è quindi corretto identificare come una priorità la realizzazione di opere e infrastrutture per servizi primari, rivolti ai cittadini e attinenti alle loro esigenze fondamentali, con un’attenzione specifica quindi a sicurezza, salute, qualità della vita quotidiana: una città a misura di bambini, famiglie, anziani; il “bello” e la “qualità urbana” come condizione del viver bene.
Sulla base di queste indicazioni di metodo e di priorità il programma evidenzia di seguito le “emergenze” alla cui soluzione il Candidato Sindaco e la sua coalizione si impegnano responsabilmente, di fronte alla comunità alense, a lavorare.
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