Interrogazione – incarico di addetto alla comunicazione del Comune di Ala

Ala, 09/02/2016

Al Presidente del Consiglio Comunale di Ala
Bruni Feliciana

Al Sindaco del Comune di Ala
Soini Claudio

OGGETTO: interrogazione a risposta scritta – incarico di addetto alla comunicazione del Comune di Ala

Con la delibera 147 del 24/11/2015 la Giunta ha affidato, per il periodo 01/01/2016 – 31/12/2016, l’incarico di “addetto alla comunicazione e ai rapporti con la stampa”, affermando che, come si legge nelle premesse della delibera, l’informazione e la comunicazione sono elementi strategici dell’agire amministrativo.
Il primo problema che viene da sollevare è di tipo tecnico: come si pone questo incarico dal punto di vista normativo, in particolare rispetto a quanto previsto dal protocollo d’intesa in materia di finanza locale per il 2014 che impone una riduzione della spesa corrente per il periodo 2013-2017? Ancora, il costo del servizio va inquadrato come spesa per il personale o incarico esterno? Per ultimo, ma non meno importante, ci si chiede come sia possibile stipulare un accordo con impegno di denaro quando lo stesso non è ancora disponibile, ma è subordinato all’approvazione futura di un bilancio e successivo piano esecutivo di gestione.
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Comunicato stampa 16/05/2015

In riferimento all’articolo di apertura pubblicato oggi sul giornale l’Adige a pagina 35 e intitolato La bussola punta verso la Lega Nord, Luca Zomer e la coalizione civica dichiarano che in vista del ballottaggio del 24 maggio non è stato e non sarà fatto alcun apparentamento o accordo con nessuno. La coalizione porterà avanti il proprio progetto civico in maniera coerente e senza alcuna variazione rispetto a quello premiato dagli elettori lo scorso 10 maggio.

Chiediamo perché un articolo di questo tipo sia stato pubblicato senza che nessuno dei rappresentanti delle liste o lo stesso Luca Zomer fossero stati contattati dal cosiddetto giornalista Tiziano Bianchi.

I sospetti di mesi trovano secondo noi una palese conferma: in questa campagna elettorale il giornale l’Adige non ha riservato gli stessi spazi e lo stesso trattamento alle varie compagini. Ingenuamente ci chiediamo il perché. Ciò nonostante al giornale avanziamo una proposta costruttiva: organizzare un confronto pubblico tra i due candidati prima del voto di domenica 24 maggio.

In un quadro generale di disaffezione alla politica, spiace notare che laddove le giovani generazioni si danno da fare e partecipano, ottenendo anche risultati importanti (la lista Bussola risulta la terza più votata in assoluto) questa stampa non li consideri a tal punto da non chiedere loro alcuna dichiarazione in vista di articoli che li riguardano.

Nonostante l’articolo scritto al fine di creare confusione chiediamo a tutti i cittadini di non perdere la bussola, di usare il pensiero critico e di documentarsi sulle proposte dei candidati in corsa per poter compiere una scelta in libertà.

Luca Zomer
La Bussola
La Civica in comune
Persone Territorio Comunità

POSIZIONE COMITATO “LA BUSSOLA” IN SEGUITO AL PARERE NEGATIVO ESPRESSO DALLA PRIMA COMMISSIONE PERMANENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE RIGUARDANTE IL DISEGNO DI LEGGE POPOLARE N.60

Venerdì 11 febbraio 2011

In seguito alla decisione adottata dalla Prima commissione permanente del Consiglio Provinciale di respingere il disegno di legge ad iniziativa popolare sottoscritto da 3417 elettori, e presentato dal comitato “la Bussola”, desideriamo esprimere alcune considerazioni.

Fin dalla presentazione del disegno di legge, come comitato proponente, abbiamo sempre dichiarato che la nostra proposta vuole essere uno stimolo  per il Consiglio Provinciale ad avviare una seria e costruttiva riflessione sulla legge elettorale provinciale, in quanto, come si presenta oggi, lascia molti dubbi riguardo alla stabilità dell’assetto istituzionale provinciale. Con il nostro disegno di legge proponiamo inoltre, di introdurre un inedito limite di mandato anche per i consiglieri provinciali (come già previsto per presidente Provincia) facendoci portatori di una richiesta dei cittadini sempre più frequente: rinnovare la politica.

Quando nell’autunno 2008  abbiamo avviato quest’iniziativa, abbiamo deciso di utilizzare lo strumento dell’iniziativa di legge popolare proprio per non portare all’esame una proposta “a scatola chiusa”, ma nella speranza che i consiglieri provinciali potessero portare il loro importante contributo. Purtroppo, almeno a vedere i lavori della commissione, questo non è avvenuto. Dopo il deposito delle firme avvenuto nel luglio 2009, siamo stati convocati per presentare il disegno di legge alla commissione nel settembre 2009 per poi essere accantonati fino allo scorso 8 febbraio.

Durante la seduta di martedì scorso abbiamo ascoltato le motivazioni e le giustificazioni del voto dei consiglieri ma, purtroppo, nessuna controproposta o soluzione alternativa. In compenso, i membri della commissione non si sono fatti mancare la malsana abitudine a rinfacciarsi tra loro battutine e frecciatine riguardanti i politici e le vicende nazionali,, dando prova che la politica imperniata sulla costante contrapposizione tra “curva nord contro curva sud” o la politica del “tifo da stadio” non porta da nessuna parte.

In seguito alla discussione, a cui ha partecipato anche l’assessore  agli enti locali Mauro Gilmozzi e dove è stata lodata l’iniziativa perché presentata da un gruppo di giovani, i 7 membri della commissione hanno votato i 2 articoli del disegno di legge. Il primo articolo (abolizione “porta girevole”) ha trovato il favore dei consiglieri Savoi, Penasa e Borga, mentre contrari sono stati i

consiglieri Cogo, Anderle, Dallapiccola e Firmani. In riferimento al secondo articolo (limite di 2 mandati consecutivi per consiglieri provinciali) hanno espresso un voto favorevole Savoi e Penasa, un voto contrario Cogo, Anderle e Dallapiccola, mentre si sono astenuti Firmani e Borga; i quali “condividevano lo spirito della norma” ma preferivano introdurre un limite di 3 mandati consecutivi anziché dei 2 proposti.

Siamo rimasti sorpresi nel vedere come il consigliere Anderle (nel 2007 in qualità di Sindaco e di Presidente del Consorzio delle Autonomie in una relazione per il Consiglio Provinciale scriveva “Si è inoltre dell’avviso che, ai fini del mantenimento di un collegamento molto forte tra Consiglio provinciale e Giunta, dovrebbe essere rimossa l’incompatibilità tra Consigliere provinciale e componente della Giunta”) e come i consiglieri del gruppo del Partito Democratico (art. 21 statuto PD prevede limite di 3 mandati per membri assemblea) non abbiano accolto la nostra proposta. Probabilmente il ruolo di Consigliere Provinciale provoca repentini cambi d’idea…

Nel pieno rispetto della decisione della Prima Commissione, chiediamo al Consiglio Provinciale e a tutti i suoi componenti di rivedere il parere espresso e, una volta che il disegno di legge approdi in aula, di approvare una norma che rispecchi il pensiero espresso dai 3417 elettori trentini sottoscrittori del disegno di legge.

Ci appelliamo inoltre all’opinione pubblica e ai mezzi d’informazione, chiedendo loro di stimolare un dibattito costruttivo sulla legge elettorale provinciale attualmente in vigore, in modo da spingere il Consiglio Provinciale a ridare stabilità al quadro istituzionale trentino. Se i cittadini faranno nuovamente sentire la loro voce su un tema così importante, i nostri rappresentanti (se tali sono!), non potranno che ascoltare e rivedere le proprie decisioni. In caso contrario sarà la dimostrazione che “la politica dei palazzi” è sempre più distante dalla gente e dai giovani.

Comitato “la Bussola”

I ragazzi della Bussola a Trento vogliono far cambiare la politica

da l’Adige di venerdì 4 febbraio 2011 pag. 34

ALA – Continua tenace la battaglia de «La Bussola» per cambiare il sistema della rappresentanza politica in Trentino. Martedì 8 febbraio 2011 la prima commissione permanente del Consiglio Provinciale è stata convocata per esaminare il disegno di legge n.60 «Modificazioni della legge elettorale provinciale in materia di compatibilità tra il ruolo di consigliere provinciale e quello di assessore provinciale e in materia di limiti alla rieleggibilità alla carica di consigliere provinciale» presentato il 15 luglio 2009, assieme a 3417 sottoscrizioni dal comitato La Bussola. Alla commissione parteciperanno, per conto dei proponenti, i tre primi firmatari: Omar Grigoli, Manuel Lorenzini e Corrado Pinter. L’iniziativa del Comitato La Bussola era partita due anni fa: lontani dai partiti, lontani dalla politica tradizionale, senza riferimenti in consiglio comunale, e aree di provenienza variegate: sono un gruppo di giovani a chiedere agli adulti e ai politici di mestiere di tagliare i costi ma soprattutto a gridare loro nelle orecchie di farsi un po da parte. E non è una richiesta così, tanto di per dire o tanto per fare. I ragazzi del comitato la Bussola (il loro slogan è «quando il vento della politica gira dalla parte dei giovani»), infatti, stanno per arrivare alla discussione consiliare. Due gli strumenti, tutto sommato semplici, individuati per raggiungere lo scopo – far risparmiare in fretta sette milioni di euro alle casse della provincia e facilitare il ricambio della classe politica – : abolire il principio di incompatibilità fra la carica di assessore provinciale e di consigliere provinciale (istituita alcuni anni fa ufficialmente per introdurre una separazione netta fra compiti politici e compiti amministrativi ma forse anche, e i maliziosi lo hanno capito da un pezzo, per far posto anche ai cosiddetti trombati) e stabilire per legge il limite dei due mandati consecutivi per gli eletti.

La Bussola trova casa. Uno spazio aperto a incontri e dibattiti

da “Il Trentino” del 02 gennaio 2011 – di Jacopo Franchini

ALA. Via Nuova, scherzosamente chiamata “La via dei partiti” durante la campagna elettorale per le ultime comunali, torna ad essere animata dalla politica. Dopo la Lega, anche i giovani della Bussola di Ala hanno scelto questa via centrale per la propria sede, che è stata inaugurata nei giorni scorsi. «Noi abbiamo continuato e continuiamo con la nostra attività politica. E proprio per dare un segnale di continuità dopo le elezioni, a differenza di altri gruppi che si sono sciolti – ha spiegato Juri Galli a nome della lista – abbiamo scelto via Nuova».  La nuova sede rimarrà aperta tutti i lunedì sera. Alla breve cerimonia di domenica, a cui era presente una quarantina di persone, sono state illustrate le iniziative della Bussola, che sono esposte anche nel neonato periodico d’informazione della lista, “La Bussola in lettere”. I giovani hanno collaborato in questi mesi alla formazione dell’Associazione provinciale “Nuovevie“, che ha come obiettivo il coinvolgimento dei giovani nella politica. Assieme hanno proposto a fine novembre ad Arco un convegno in cui sono stati affrontati diversi temi della politica trentina.  Per il primo semestre del nuovo anno il gruppo ha poi l’intenzione di organizzare alcuni incontri aperti alla cittadinanza per dibattere di politica, di autonomia e federalismo, di immigrazione. Per informazioni si può scrivere a segreteria@labussoladiala.it. (j.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Voto in Vallagarina, rivoluzione dei giovani”

di Luigi Zoppello – l’Adige 2 giugno 2010

Il voto in Vallagarina ha portato una «rivoluzione», con Rovereto che dà l’addio a Valduga, Ala che si smarca dal «mellarinismo», Mori che rimanda Turella a lavorare e Villa Lagarina che conferma Manica dopo una legislatura agitata. È la vittoria dei giovani, l’affacciarsi di una bella generazione di ragazzi sotto i 40 anni che spazzano via tanti volti noti sulla scena da una vita.

Si potrebbe partire da Andrea Miorandi: lunedì ha compiuto 36 anni e il suo avversario Valduga gliel’ha rinfacciato in piazza: «giovanetto», l’ha apostrofato. Dimenticandosi che a 36 anni Dellai era sindaco di Trento, e pure Pacher. Alcide Degasperi era deputato a Vienna a 32 anni. E pure Guglielmo Valduga, quando era sindaco Dc di Terragnolo, era forse definibile «giovanetto». Quello che più ha impressionato di Miorandi, però, è stato il gruppo che lo ha aiutato nella campagna elettorale. Una bella squadra di giovani – in alcuni casi giovanissimi – che lunedì sera erano in piazza a Rovereto. Se a festeggiare erano in tanti (compresi alcuni «infiltrati» in giacchetta che si sono subito infilati sul carro dopo aver lavorato altrove per tutto un mese), la prima fila compatta era un «pacchetto di mischia» fatto di entusiasmo e voglia di fare. Una bella cambiale sul futuro della politica.

La stessa impressione l’ho ricavata a Mori: bella gente, giovane e competente, già inserita nella vita sociale e civile dell’associazionismo locale. Caliari ha ricevuto da loro una spinta eccezionale, sia sul piano operativo (mail, sito, sms, filmati, volantini), sia sul piano dell’energia contagiosa che gli hanno trasmesso. Il suo sfidante Sandro Turella è parso essere l’immagine stessa della «vecchia» politica, e non vuole essere un insulto: sto parlando proprio di linguaggi, freschezza e forza fisica. Una politica che parla alle segreterie e si riunisce nelle stanze, mentre fuori un bel venticello fresco spazza via le nuvole e raduna i voti.

Altro esempio: Villa Lagarina. Se Alessio Manica è condannato a tenersi addosso l’etichetta di «giovane sindaco» per tutta la vita (con quella faccia un po’ così, con quei capelli un po’ così), basta vedere la composizione del nuovo consiglio per tastare con mano l’ondata di ulteriore novità. E pensare che qui il «vecchio» della politica è rappresentato da gente come Romina Baroni, Pizzini e Serena Giordani!

Infine Ala: lo stesso Narciso Brusco, sconfitto, ha dovuto ammettere che «Luigino Peroni ha vinto perché aveva nelle liste delle belle teste pensanti, che noi non avevamo». Ma non è solo quello: è che Peroni (e il Pd) hanno puntato tutto su quei ragazzi della Bussola che sono una bella pagina nella storia della democrazia in Trentino. Gente che ha preso l’iniziativa, ha raccolto migliaia di firme per chiedere un cambio deciso nelle regole del consiglio provinciale, dalla rappresentanza effettiva dei cittadini alle indennità, e ancora stiamo aspettando che da Trento arrivi loro una risposta degna di questa causa. Anche il consiglio comunale di Ala, per i prossimi cinque anni, sarà infarcito di «ragazzi» sotto i 40 anni che sono il futuro di questa terra e che meritano un applauso per essersi messi in gioco.

Qualche anno fa il presidente della giunta provinciale Dellai disse che il Trentino ha bisogno di investire in contemporaneità: parlava di colmare il gap fra questa nostra terra pasciuta e altre zone dove il passo è più lungo e più veloce. Di quella stagione di belle intenzioni resta poco, tanto è vero che abbiamo speso un patrimonio per ricordare Andreas Hofer. E pure le piantine nel Vivaio dellaiano sono appassite perché il padrone si è dimenticato di dar loro da bere. In conclusione: ha vinto il Pd? Forse. Ha vinto la coalizione dove si è presentata unita? Anche.

Alla fine, ha vinto chi ha affidato le chiavi della macchina ad una nuova generazione. E quelli come me, che hanno passato i cinquanta, sarebbe ora che si facessero da parte per non farsi investire. Abbiamo già dato; cari ragazzi, adesso tocca a voi.

l.zoppello@ladige.it

Ferrante e l’Upt cacciatori di poltrone

di Paolo Mondini, circolo Pd – Ala, 27 maggio 2010

Il signor Ferrante, responsabile dell’Upt per gli enti locali, sull’Adige dà una sua tutta personale lettura dei rapporti Upt-Pd ad Ala, tutta personale e del tutto falsata. Il Pd ad Ala ha proposto fin da dicembre a Upt e Patt l’alleanza provinciale. Si è trovato di fronte ad attendismi e rinvii fino a quando, si era a febbraio, si è sentito dire dai rappresentanti dell’Upt locale che, nonostante si condividessero l’analisi sulla situazione alense e le ipotesi di programma formulate, c’erano «sensibilità» che non consentivano l’accordo. In sostanza per Upt e Patt il Pd era inaffidabile per il governo della città. Il Pd è andato avanti con il suo progetto, lo ha confrontato e condiviso con i cittadini in una lunga serie di incontri pubblici. E alla fine ha anche scelto, sulla base di una concreta consonanza di idee e programmi, l’alleanza con la lista dei giovani della Bussola. E ha anche accettato il candidato da loro proposto, Luigino Peroni. Ha scelto quindi di privilegiare il progetto rispetto alle persone e ha rinunciato a un candidato di bandiera, (anche su questo quindi Ferrante dice una gran sciocchezza), e comunque dichiarandosi ancora disponibile all’allargamento della coalizione ai partiti del quadro provinciale. Nei successivi abboccamenti l’Upt ha semplicemente posto una pregiudiziale sui nomi di candidato sindaco che lui stesso proponeva; di più, pur dichiarando «piena condivisione» alle linee programmatiche oggetto dell’accordo Pd-Bussola, ha rifiutato un confronto sereno tra le possibili candidature, Peroni, ovviamente, compreso. Che i dirigenti dell’Upt locale, ma probabilmente soprattutto il loro potente referente provinciale, e con loro anche gli amici del Patt, abbiano posto la questione in termini puramente personalistici e di potere è quindi del tutto evidente. Se ci fosse stato bisogno di un’ulteriore plateale conferma dello stile e dello spirito che ha guidato le scelte di Upt e Patt, questa è arrivata di lì a poco con l’alleanza, a dir poco anomala, con il Pdl, ancorché mascherato da civica e arriva adesso, per il ballottaggio, con l’ammucchiata strumentale con altre due civiche. La verità, i fatti sono questi, signor Ferrante. E forse c’è solo da meditare sui «valori» che hanno ispirato questi comportamenti. Cosa che sembrano aver fatto gli elettori il 16 maggio. E che crediamo faranno domenica prossima, avendo dimostrato di aver capito da che parte sta la disponibilità a lavorare per la comunità, in trasparenza e senza dipendere da potentati o padrini, e da che parte sta invece la voglia di occupare seggiole, a qualunque costo e indipendentemente da progetti, programmi, contenuti e metodi.

Narciso Brusco rifiuta il confronto pubblico con Peroni

di Luigino Peroni – Ala 24 maggio 2010

L’Adige mi comunica che il mio avversario Narciso Brusco ha rifiutato il confronto pubblico che il giornale aveva organizzato per questa sera. Sarebbe facile far dell’ironia su questa “fuga”, ma la cosa non mi interessa. Non mi sembra però una scelta corretta: togliamo ai cittadini un’occasione e una possibilità per ascoltare, per valutare e decidere responsabilmente. Non è un bel servi zio alla democrazia.

Io e la mia coalizione comunque andiamo avanti come abbiamo fatto fin qui. Abbiamo costruito il nostro programma assieme ai cittadini, confrontandoci apertamente con loro, lo abbiamo presentato in tanti incontri pubblici, ascoltando suggerimenti e critiche. Lo faremo ancora anche in questi giorni, nelle frazioni e ad Ala mercoledi sera.

Trasparenza e partecipazione sono due punti fermi del nostro progetto e due impegni forti che responsabilmente ci siamo assunti nei confronti dei cittadini.

Il nostro voleva e vuol essere un messaggio di speranza, per una stagione nuova per Ala, per un diverso sistema di amministrare, trasparente e partecipato appunto, che consenta di dar la parola ai cittadini, di recuperare tante risorse e competenze che nella nostra comunità ci sono e possono esser messe a frutto, per il bene comune.

Il 16 maggio i cittadini hanno detto di aver capito questo messaggio. Per coerenza ma anche per rispetto di questa indicazione non potevamo certo cercare apparentamenti strumentali o alleanze sottobanco.

Il 16 maggio gli elettori hanno premiato il nostro progetto di rinnovamento e hanno indicato anche una possibile nuova squadra di governo. E’ una squadra che ha al suo interno tutte le competenze per amministrare bene. E’ una squadra che può contare su persone con una consolidata esperienza amministrativa, ma anche –ed è la prima volta che ad Ala succede— sulla presenza significativa di tante donne e di tanti giovani che non hanno dalla loro solo la prerogativa dell’età, ma possono vantare impegno e preparazione ed una ormai consolidata presenza nel tessuto sociale locale, associativo ed imprenditoriale.

Per questo ho fiducia che anche domenica prossima questa scelta venga confermata e che il mio e nostro progetto, un progetto di cambiamento reale, di crescita e di rilancio per Ala, possa esser premiato.

7 candidati sindaco, 12 liste ed un’unica parola: frammentazione

Di Corrado Pinter

Da qualche settimana ad Ala, tra amici, parenti o per strada si parla quasi esclusivamente di un’unica cosa: le elezioni comunali del prossimo 16 maggio.
Sette candidati sindaco e dodici liste, sono una degenerazione per un comune di 9.000 abitanti” questa è la frase che ormai tutti gli alensi ripetono, spesso condita da un altro parolone quasi buttato lì: “frammentazione”. Sono ben 226 i candidati alla carica di consigliere comunale e la voglia di far politica sembra dilagare.
Sicuramente la situazione attuale è il frutto di gelosie personali e della volontà di alcuni partiti di “bollare” il candidato sindaco con il proprio simbolo, senza ascoltare i reali bisogni delle persone.

Ma sono realmente sette i candidati sindaco che si contendono il Municipio? Bisogna usare gli strumenti adeguati quando si “contano” i partiti o le liste che si presentano ad una competizione elettorale. Come spiega il noto politologo Giovanni Sartori, in un sistema partitico, per contare quan ti sono veramente i partiti che contano (nel nostro caso le liste), bisogna utilizzare tre criteri di rilevanza.
Il primo è dato dall’utilità delle liste nella formazione delle coalizioni di governo. Alcune liste possono essere piuttosto piccole in base alla percentuale di elettorato che le vota e al numero di seggi a loro assegnati, ma risultare decisive nella formazione di coalizioni di governo e dunque meritano di essere contate in quanto posseggono un potenziale di coalizione.
Il secondo criterio indicato da Sartori, è quello del potenziale di intimidazione o di ricatto che suggerisce di considerare anche le liste che, pur non essendo incluse in coalizione di governo, dispongono di voti e di seggi in misura tale da condizionare il funzionamento della coalizione di governo.
L’ultimo criterio da considerare è quello della polarizzazione o distanza ideologica, che consiste nel non conteggiare partiti o liste poste agli estremi degli schieramenti, in quanto non possono essere mai presi in considerazione per la formazione di coalizioni di governo, a causa delle loro posizioni ideologiche prevenute.

Utilizzando i tre criteri indicati da Sartori è possibile abbozzare un’analisi pressoché realistica, in vista delle prossime elezioni comunali, adattando le teorie generali alla realtà locale.
Nel panorama attuale il ballottaggio per l’elezione del sindaco si preannuncia quasi scontato e, premessa l’esistenza di un considerevole premio di maggioranza per le liste che sostengono il candidato sindaco vincente (12+1 seggi sui 20 totali), è ipotizzabile che, in un eventuale secondo turno, non si siglino alleanze tra liste ora avversarie. Questo premio di maggioranza, che, salvo gravi crisi politiche, garantisce la governabilità per tutta la legislatura è stato introdotto dopo le elezioni del 2005. Allora la legge prevedeva una soglia minima di consensi da raggiungere per ottenere un analogo premio di maggioranza, proprio per evitare le “armate Brancaleone” costituite ad hoc ai ballottaggi, come successo ad Ala nel 2004 con l’inedito apparentamento tra le liste Comunità al centro, P.A.T.T. e Impegno Civile.
Nonostante l’attuale legge, ad Ala per le prossime elezioni, si preannuncia però lo stesso pericolo, in quanto si presentano candidati sindaco provenienti da aree molto simili e proprio per questo il criterio del “potenziale di coalizione” potrebbe essere molto appropriato per l’analisi.
Sempre grazie all’attuale premio di maggioranza mi sento di dire che il criterio “potenziale di ricatto” descritto precedentemente, non dovrebbe essere preso in considerazione nell’analisi, nel caso che le coalizioni rimangano invariate.
Utilizzando il criterio della polarizzazione si possono escludere dal conteggio due dei sette candidati sindaco: Angelo Trainotti e Vanessa Cattoi. Angelo Trainotti e la lista Impegno Civile si sono dimostrati incapaci di governare nei primi mesi dell’amministrazione Tomasoni, della quale hanno fatto parte. Nella restante parte di legislatura, durante la quale è stata all’opposizione, Impegno Civile si è isolata in consiglio comunale rendendo impossibile o quasi ogni prospettiva di alleanze per poter “contare” nella maniera intesa da Sartori.
Per quanto riguarda Vanessa Cattoi, candidata della Lega Nord (partito che manca dalla scena elettorale alense dal 1995), considero non si debba “contare” per le posizioni estremistiche del partito nazionale e per quanto dichiarato dal segretario provinciale Fugatti, il quale ha indicato come obbiettivo principale per la Lega Nord Trentino, quello di cominciare ad entrare nei consigli comunali della provincia (l’Adige 22 aprile 2010).
Al conteggio rimangono quindi cinque candidati sindaco (Luigino Peroni, Narciso Brusco, Giuliana Tomasoni, Sandro Dal Bosco e Roberto Caprara) con le rispettive dieci liste di sostegno. Considerando il criterio del “potenziale di coalizione” esposto da Sartori, posso dire che Tomasoni, Caprara e Brusco attingono ad un elettorato molto simile e proprio per questo si possono ipotizzare delle alleanze tra loro al secondo turno, nel caso uno dei tre arrivi al ballottaggio. Giuliana Tomasoni, se pur molto indebolita rispetto a sei anni fa, può godere del suo ruolo di sindaco in carica (incumbent) per raccogliere consensi nella “sua” area centrista. Roberto Caprara è un candidato che può ricevere molti consensi nell’area centrista “che guarda” a destra, ma può essere “azzoppato” dalla sua totale inesperienza politica e dalle sue ripetute uscite “antipartitiche”. Infine Narciso Brusco, presidente del consiglio comunale uscente, e candidato sindaco di un’inedita alleanza di “centrodestra-autonomista”, si presenta come la continuità di governo con l’amministrazione attuale data la presenza del P.A.T.T. e di gran parte degli uomini di punta della giunta Tomasoni candidati nella lista dell’ U.P.T.
Tutti questi tre candidati sindaco rappresentano un area di centro-destra (nonostante a livello provinciale U.P.T. e P.A.T.T. siano collocati nel centrosinistra) molto simile, ed è ipotizzabile che si “pestino i piedi” a vicenda al primo turno, ma che possano collaborare al secondo turno.
Il sesto candidato sindaco in esame è Sandro Dal Bosco ex consigliere comunale PDS e DS che si propone sostenuto da due liste civiche con rispettivamente capolista il consigliere comunale eletto in quota margherita Massimo Ambrosi e l’ex assessore DC Giorgio Robol. Questa coalizione è forse la più centrista presente nella tornata elettorale.
Infine è presente una coalizione di centro-sinistra guidata da Luigino Peroni (ex assessore e consigliere comunale margherita in carica) formata da Partito Democratico, una lista civica di persone provenienti da un’area di centro (Civica Peroni Sindaco) e dalla novità di queste elezioni comunali, una lista composta da soli giovani: “La Bussola di Ala”. L’alleanza tra Peroni e Pd è proprio basata sul coinvolgimento delle nuove generazioni rappresentate appunto dalla Bussola (i candidati hanno un età media di 27,4 anni).
Tornando al conteggio dei candidati sindaci possiamo quindi individuare tre candidati di area centro-destra (Caprara, Tomasoni, Brusco), uno di area centrista (Dal Bosco) ed uno espressione del centro-sinistra (Peroni).

Ragionando così, possiamo quindi raccogliere cinque candidati sindaco (estremi esclusi) in tre aree distinte, ed è presumibile che lo scontato ballottaggio si possa giocare tra di due essi, considerando forse, un passo dietro agli altri, l’attuale sindaco Tomasoni indebolita molto dopo essere stata scaricata dai sui “compagni di giunta” di U.P.T e P.A.T.T.
Possiamo quindi definire che la tanto decantata frammentazione si può individuare nel centro che guarda a destra (o per meglio dire, nel centro-destra), mentre centro e centro-sinistra hanno espresso un candidato sindaco ciascuno. Sicuramente se le alleanze al secondo turno rimarranno le attuali al massimo si potranno avere tre liste capaci di contare veramente in Consiglio sotto il criterio del potenziale di coalizione, visto che le due coalizioni più estese sono composte da tre liste ciascuna.
Quindi allo stato attuale, non mi sembra il caso di parlare di frammentazione nel futuro Consiglio Comunale. Il problema maggiore sarà invece avere un’opposizione capace di poter dare il proprio contributo costruttivo, nel caso molto probabile, che tutti i candidati sindaco sconfitti entrino in Consiglio.
Queste sono riflessioni di una persona schierata e di parte che vogliono solo provare a descrivere, con l’ausilio di strumenti adeguati e tecnici, un quadro complesso e spropositato per le dimensioni della competizione elettorale in questione.

Corrado Pinter – Studente di Scienze politiche e candidato della lista “La Bussola di Ala”